Friday, 30 October 2009

Gus Dur tentang Gereja Sang Timur Cileduk

22/10/2004 15:06
indonesia
Ex presidente indonesiano si schiera a difesa di una chiesa cattolica
di Mathias Hariyadi

Abdurrahman Wahid (Gus Dur), musulmano moderato: "Garantire libertà religiosa per i cattolici, altrimenti porterò il caso in tribunale". Negli ultimi 14 anni 500 attacchi contro chiese cristiane nel paese.

Jakarta (AsiaNews) – L'ex presidente indonesiano Abdurrahman Wahid ha espresso "dura condanna" per la chiusura della scuola cattolica di santa Bernadetta a Cileduk (40 km ovest di Jakarta), avvenuta per mano di militanti islamici. "Il governo locale deve far aprire di nuovo la scuola" ha aggiunto l'ex presidente.

Wahid, conosciuto con l'appellativo di Gus Dur, parlando ieri nella sede della Nahdlatul Ulama, la più grande organizzazione musulmana del paese, ha invitato con forza le autorità locali a riaprire il complesso gestito dalle suore di Gesù Bambino, chiuso nei primi giorni di ottobre da membri del Fronte dei difensori dell'Islam (FPI). I fondamentalisti hanno eretto un muro di cemento davanti alle entrate dell'edificio per impedire ai cattolici di accedere alla palestra della scuola, situata nel villaggio di Cileduk, provincia di Banten. Da 10 anni i cattolici utilizzavano la palestra per celebrare la messa, perché l'amministrazione locale si rifiutava di dare il permesso per costruire una vera chiesa.

Secondo Wahid i funzionari locali "sono responsabili della chiusura del complesso di santa Bernadette" e "hanno costretto i preti e le suore a firmare una dichiarazione in cui assicurano di non usare più la palestra come chiesa provvisoria". Un fatto grave, denuncia Gus Dur, che ha aggiunto: "A nome mio e della comunità musulmana del paese, invito il sindaco di Tangerang e il capo villaggio a non impedire nessun servizio religioso nel complesso di santa Bernadetta.". Wahid ha minacciato il ricorso legale se le autorità non prenderanno i provvedimenti adeguati: "Se queste mie richieste non saranno prese in considerazione, porterò il caso in tribunale" ha detto.

Gus Dur ha incontrato i rappresentanti della scuola di Santa Bernadetta, i sacerdoti, le suore e alcuni genitori. Parlando poi con i giornalisti, Gus Dur ha sottolineato che gli autori dell'attacco alla scuola cattolica si sono macchiati di un crimine contro la Costituzione: "Ogni cittadino indonesiano ha il diritto di esprimere il proprio credo e lo stato ha il compito di facilitare le necessità che sorgono al riguardo" ha detto l'ex presidente. Rivolgendosi ai leader musulmani del paese, Gus Dur ha detto: "Mi domando cosa stiano facendo loro dal momento che la minoranza cattolica viene vessata in questo modo da parte di altri cittadini". L'ex presidente ha invitato i cittadini indonesiani a combattere ogni forma di avversione anti-religiosa e combattere gli integralisti.

Sulla situazione della minoranza cristiana è molto duro il giudizio di padre Franz von Magnis-Suseno, docente di filosofia al Driuarkara Institute in Jakarta: "Armonia religiosa e tolleranza? Tutte storie. Non posso più sopportare questi atti disgustosi" afferma p. Suseno, riferendosi ai vari recenti episodi degli integralisti islamici. "Quello di santa Bernadette non è un caso isolato" scrive il padre gesuita sul quotidiano protestante Suara Pembaruan. "Due mesi fa il sindaco di Bandung (capitale di Java ovest) ha promulgato in modo ufficiale un decreto per abbattere 12 chiese protestanti nella zona" sostiene il gesuita. "Da un po' di tempo le violenze contro le chiese, per lo più protestanti, sono molto frequenti. Dal 1990 almeno 500 chiese sono state assaltate, una ogni settimana".

Padre Suseno afferma che "il problema è molto grave, dal momento che i fondamentalisti islamici affermano che il cristianesimo non deve esistere. Non nascondo il fatto che alcuni si siano convertiti al cristianesimo, ma non sono tantissimi" afferma lo studioso. "Sono stupito che l'opera di evangelizzazione sia usata e abusata tra i musulmani per dare il via ad azioni violente".

Mons Suharyo, the Coadjutor Bishop of Jakarta Archdiocese

21/10/2009 17:13
INDONESIA
Vescovo di Jakarta: con il cuore a Semarang, rispondo con fiducia alla nuova missione
di Rosalia Royani

Il 28 ottobre mons. Ignatius Suharyo Pr farà il suo ingresso nell’arcidiocesi della capitale come vescovo coadiutore. Dopo 12 anni lascia l’arcidiocesi di Semarang, nello Java Centrale, la culla del cattolicesimo indonesiano. Nell’ultima lettera pastorale il prelato esprime “riconoscenza” e chiede “preghiere e sostegno”.

Jakarta (AsiaNews) – “Questa è una chiamata che arriva da Dio, un invito ad adempiere alla mia nuova missione”. È quanto scrive mons. Ignatius Suharyo Pr, arcivescovo di Semarang, che il 27 ottobre prossimo lascerà la diocesi per assumere l’incarico di vescovo coadiutore di Jakarta. “La Santa Sede mi ha assegnato il nuovo incarico” spiega il prelato nell’ultima lettera pastorale; con il “pieno sostegno dell’intera comunità dell’arcidiocesi di Semarang, alla fine, sono felice di ricevere questa missione”.
“La vita è un dono totale di Dio… va condivisa con gli altri” continua mons. Suharyo, che ha speso gran parte della vita come docente di teologia alla prestigiosa facoltà di Wedabhakti e al Seminario superiore di Kentungan, a Yogyakarta, nello Java Centrale. “La Chiesa mi ha chiamato, io devo obbedire a questa chiamata divina per servirla in un luogo diverso”.
Il prelato (nella foto) ha chiesto all’intera comunità cattolica dello Java Centrale di pregare per il nuovo incarico che ricoprirà a Jakarta. “Voglio esprimere la mia riconoscenza – aggiunge – per ogni preghiera e ogni augurio ricevuto […] Ed è proprio nello spirito della preghiera, che assumo con fiducia la nuova missione”. Mons. Suharyo, che ha terminato i 12 anni di servizio a Semarang, farà il suo ingresso nell’arcidiocesi della capitale il 28 ottobre, in qualità di coadiutore (con diritto di successione) del cardinale Julius Riyadi Darmaatmadja SJ, attuale arcivescovo, che in dicembre compirà 75 anni.
Prima di guidare l’arcidiocesi di Jakarta, il card Darmaatmadja è stato arcivescovo di Semarang, una terra che ha ricoperto un ruolo di primo piano della storia del cattolicesimo in Indonesia. L’arcidiocesi ospita il santuario mariano di Sendangsono, il più importante del Paese, e proprio da questa terra sono germogliati i primi semi della missione in Indonesia. Fra i protagonisti dell’evangelizzazione vi è il missionario gesuita di origine olandese p. Van Lith SJ, che nel 1904 ha battezzato 171 abitanti della zona. Il sacerdote ha anche fondato una scuola che ha contribuito all’annuncio del cattolicesimo in tutte le città dell’isola di Java.
Oggi Sendangsono è conosciuta come la “Lourdes dell’Indonesia” e p. Van Lith SJ è ricordato come “l’Apostolo di Java”, con un esplicito riferimento a San Paolo che ha diffuso il cristianesimo in molte zone dell’Asia centrale. Tuttora l’arcidiocesi di Semarang è la più ricca del Paese per vocazioni religiose, sia fra suore che preti, e vanta il numero di fedeli più elevato di tutta la nazione.

Jakarta, ancora violenze contro gli studenti cristiani di teologia

di Mathias Hariyadi
La polizia ha cacciato gli alunni del Setia dalla sede di fortuna allestita nell’ex municipio di West Jakarta. Un gruppo di studenti e professori è sotto inchiesta, cinque gli arrestati. Nel luglio 2008 una folla di musulmani aveva assaltato la loro sede, costringendo gli studenti alla fuga. L’edificio cristiano nel mirino di una impresa edile.

Jakarta (AsiaNews) – La polizia di Jakarta ha scacciato gli studenti dell’Istituto teologico cristiano Arastamar (Stt Setia) dai terreni dell’ex municipio di West Jakarta. I ragazzi vi svolgevano le lezioni dopo essere stati allontanati con la forza – nel luglio 2008 – dal loro campus a Kampung Makassar, a est della capitale. Il raid delle forze dell’ordine è iniziato il 26 ottobre scorso. Al termine di una tre giorni di scontri e di proteste dei cristiani per l’ennesima cacciata, un gruppo di studenti e alcuni insegnanti sono stati incriminati con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Cinque gli studenti arrestati, in attesa di provvedimenti della magistratura indonesiana.

Nell’estate del 2008 una folla di musulmani inferociti ha assaltato l’originaria sede dell’Istituto teologico cristiano, a East Jakarta. A scatenare le violenze sono state le accuse – montate ad arte – di furto di un motorino ad opera di uno studente e costruzione illegale di edifici cristiani. In Indonesia, infatti, vige una legge ferrea per la fabbricazione di chiese o istituti non musulmani, per i quali è prevista una specifica autorizzazione.

In seguito all’assalto, circa 1500 studenti hanno dovuto abbandonare l’edificio, rifugiandosi in un primo momento nel vicino quartier generale della polizia e nella sede di un partito politico di ispirazione cristiana. Il Setia, istituto protestante per gli studi biblici fondato nel 1987 dal pastore Mathew Mangentang, ha oltre 29 sedi sparse per il Paese e nella sola sede di Jakarta ospitava migliaia di studenti.

Scampati alle violenze dei fondamentalisti islamici, studenti e professori hanno allestito una scuola di fortuna nella sede dell’ex ufficio governativo, a West Jakarta. Tale edificio però era da tempo disputato fra la municipalità e la fondazione Sawerigading. Di recente la Corte suprema indonesiana ha sancito che la proprietà dei terreni e dell’edificio è della fondazione. In seguito alla sentenza, le forze dell’ordine hanno attuato il provvedimento di sgombero, nonostante le resistenze dei giovani cristiani.

Sukowaluyo Mintorahardjo, leader di Setia, smentisce con forza l’accusa secondo cui l'istituto avrebbe falsificato i documenti per la costruzione degli edifici, come avanzato da alcune personalità musulmane. “È un’accusa falsa e priva di fondamento – afferma – visto che avevamo tutti i permessi sin dall’inizio”. In riferimento agli attacchi del luglio 2008, egli aggiunge che alla base vi sarebbero state delle questioni economiche. “Circa 8/10 anni fa una impresa edile ci ha avvicinato; invece di intavolare una trattativa amichevole – spiega – ci hanno ordinato di andarcene”.

La zona dove sorge l’Istituto teologico cristiano Arastamar (Stt Setia), infatti, ha un elevato valore commerciale ed è nelle mani di una singola impresa di costruzioni. Resta il fatto che – ad oggi – gli studenti cristiani non hanno alcun posto dove svolgere le lezioni, un gruppo di alu

Stoning is legal in Aceh


Aceh, governo provinciale contro parlamento. No alla pena di morte per gli adulteri
L’esecutivo locale non firma la norma basata sulla legge islamica, finché non “verranno stabiliti i criteri di applicazione”. Il parlamento della provincia autonoma ha votato una legge che prevede la lapidazione per gli adulteri e pene corporali durissime per comportamenti contrari alla Shariah. Dal governo centrale e membri della società civile critiche e perplessità; minacce dagli ulema.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il governo provinciale di Aceh non firma la legge, voluta dal parlamento, che prevede la lapidazione per le adultere secondo i dettami della Shariah. Hamid Zein, capo dell’ufficio legale governativo, ha affermato che “l’amministrazione respinge con forza la normativa approvata dal parlamento” il 14 settembre scorso.
“Finché l’esecutivo e l’organo legislativo – riferisce al Jakarta Post il funzionario provinciale – non stabiliscono i criteri nell’applicazione [della pena di morte per] lapidazione, il governo di Aceh non firmerà la legge”.
Nei giorni scorsi il parlamento di Aceh – provincia indonesiana che gode di una parziale autonomia legislativa rispetto all’autorità centrale – ha votato l’introduzione di una norma che prevede la “lapidazione per gli adulteri” e “pene corporali durissime” per comportamenti contrari alla “legge” e alla “morale” islamica; fra questi l’omosessualità, punita con il carcere, le violenze sessuali, il consumo di alcol e il gioco d’azzardo.
L’applicazione di norme basate sulla Shariah aveva già sollevato critiche e perplessità nel Paese. Mardiyanto, Ministro degli interni, ha annunciato un ricorso alla Corte suprema indonesiana, spiegando che la legge è “dannosa” per gli abitanti di Aceh e “spaventerebbe” turisti e investitori; essa, inoltre, non rispetterebbe la Costituzione nazionale. La presa di posizione del ministro è significativa, perché per la prima volta il governo centrale interviene in questioni “interne” al parlamento e all’amministrazione provinciale.
Più dura la presa di posizione della Commissione nazionale contro la violenza sulle donne, che chiede una “revisione” della legge nazionale che concede al governo di Aceh la possibilità di introdurre norme basate sulla Shariah; un fatto che viola “i diritti umani” di base.
Irwandi Yusuf, governatore provinciale, preferisce mantenere un basso profilo e non prende posizione sulla vicenda. “Per il momento – spiega – è meglio che non dica nulla”. In precedenza Muhammad Nazar, sostenuto da altri parlamentari di Aceh, ha affermato che il governo dovrebbe promuovere punizioni con una finalità “più educativa”, della lapidazione.
Contrario il parere degli ulema locali, che reputano un “dovere” per l’esecutivo firmare la legge. “Se il governo non firma – minaccia Faisal Ali, segretario generale dell’Associazione degli ulema di Aceh (Huda) – vi potrebbe essere una reazione forte in segno opposto”.

Stoning is legal in Aceh


Aceh, governo provinciale contro parlamento. No alla pena di morte per gli adulteri
L’esecutivo locale non firma la norma basata sulla legge islamica, finché non “verranno stabiliti i criteri di applicazione”. Il parlamento della provincia autonoma ha votato una legge che prevede la lapidazione per gli adulteri e pene corporali durissime per comportamenti contrari alla Shariah. Dal governo centrale e membri della società civile critiche e perplessità; minacce dagli ulema.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il governo provinciale di Aceh non firma la legge, voluta dal parlamento, che prevede la lapidazione per le adultere secondo i dettami della Shariah. Hamid Zein, capo dell’ufficio legale governativo, ha affermato che “l’amministrazione respinge con forza la normativa approvata dal parlamento” il 14 settembre scorso.
“Finché l’esecutivo e l’organo legislativo – riferisce al Jakarta Post il funzionario provinciale – non stabiliscono i criteri nell’applicazione [della pena di morte per] lapidazione, il governo di Aceh non firmerà la legge”.
Nei giorni scorsi il parlamento di Aceh – provincia indonesiana che gode di una parziale autonomia legislativa rispetto all’autorità centrale – ha votato l’introduzione di una norma che prevede la “lapidazione per gli adulteri” e “pene corporali durissime” per comportamenti contrari alla “legge” e alla “morale” islamica; fra questi l’omosessualità, punita con il carcere, le violenze sessuali, il consumo di alcol e il gioco d’azzardo.
L’applicazione di norme basate sulla Shariah aveva già sollevato critiche e perplessità nel Paese. Mardiyanto, Ministro degli interni, ha annunciato un ricorso alla Corte suprema indonesiana, spiegando che la legge è “dannosa” per gli abitanti di Aceh e “spaventerebbe” turisti e investitori; essa, inoltre, non rispetterebbe la Costituzione nazionale. La presa di posizione del ministro è significativa, perché per la prima volta il governo centrale interviene in questioni “interne” al parlamento e all’amministrazione provinciale.
Più dura la presa di posizione della Commissione nazionale contro la violenza sulle donne, che chiede una “revisione” della legge nazionale che concede al governo di Aceh la possibilità di introdurre norme basate sulla Shariah; un fatto che viola “i diritti umani” di base.
Irwandi Yusuf, governatore provinciale, preferisce mantenere un basso profilo e non prende posizione sulla vicenda. “Per il momento – spiega – è meglio che non dica nulla”. In precedenza Muhammad Nazar, sostenuto da altri parlamentari di Aceh, ha affermato che il governo dovrebbe promuovere punizioni con una finalità “più educativa”, della lapidazione.
Contrario il parere degli ulema locali, che reputano un “dovere” per l’esecutivo firmare la legge. “Se il governo non firma – minaccia Faisal Ali, segretario generale dell’Associazione degli ulema di Aceh (Huda) – vi potrebbe essere una reazione forte in segno opposto”.

Stoning is legal in Aceh


Aceh, governo provinciale contro parlamento. No alla pena di morte per gli adulteri
L’esecutivo locale non firma la norma basata sulla legge islamica, finché non “verranno stabiliti i criteri di applicazione”. Il parlamento della provincia autonoma ha votato una legge che prevede la lapidazione per gli adulteri e pene corporali durissime per comportamenti contrari alla Shariah. Dal governo centrale e membri della società civile critiche e perplessità; minacce dagli ulema.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Il governo provinciale di Aceh non firma la legge, voluta dal parlamento, che prevede la lapidazione per le adultere secondo i dettami della Shariah. Hamid Zein, capo dell’ufficio legale governativo, ha affermato che “l’amministrazione respinge con forza la normativa approvata dal parlamento” il 14 settembre scorso.
“Finché l’esecutivo e l’organo legislativo – riferisce al Jakarta Post il funzionario provinciale – non stabiliscono i criteri nell’applicazione [della pena di morte per] lapidazione, il governo di Aceh non firmerà la legge”.
Nei giorni scorsi il parlamento di Aceh – provincia indonesiana che gode di una parziale autonomia legislativa rispetto all’autorità centrale – ha votato l’introduzione di una norma che prevede la “lapidazione per gli adulteri” e “pene corporali durissime” per comportamenti contrari alla “legge” e alla “morale” islamica; fra questi l’omosessualità, punita con il carcere, le violenze sessuali, il consumo di alcol e il gioco d’azzardo.
L’applicazione di norme basate sulla Shariah aveva già sollevato critiche e perplessità nel Paese. Mardiyanto, Ministro degli interni, ha annunciato un ricorso alla Corte suprema indonesiana, spiegando che la legge è “dannosa” per gli abitanti di Aceh e “spaventerebbe” turisti e investitori; essa, inoltre, non rispetterebbe la Costituzione nazionale. La presa di posizione del ministro è significativa, perché per la prima volta il governo centrale interviene in questioni “interne” al parlamento e all’amministrazione provinciale.
Più dura la presa di posizione della Commissione nazionale contro la violenza sulle donne, che chiede una “revisione” della legge nazionale che concede al governo di Aceh la possibilità di introdurre norme basate sulla Shariah; un fatto che viola “i diritti umani” di base.
Irwandi Yusuf, governatore provinciale, preferisce mantenere un basso profilo e non prende posizione sulla vicenda. “Per il momento – spiega – è meglio che non dica nulla”. In precedenza Muhammad Nazar, sostenuto da altri parlamentari di Aceh, ha affermato che il governo dovrebbe promuovere punizioni con una finalità “più educativa”, della lapidazione.
Contrario il parere degli ulema locali, che reputano un “dovere” per l’esecutivo firmare la legge. “Se il governo non firma – minaccia Faisal Ali, segretario generale dell’Associazione degli ulema di Aceh (Huda) – vi potrebbe essere una reazione forte in segno opposto”.

Sexy Jeans Attires Probibited in West Aceh

INDONESIA
Proibiti ad Aceh i jeans attillati. Rivolta delle donne


Il governo locale intende introdurre una legge che impone abiti più conformi ai precetti dell’islam. Per gli uomini niente pantaloncini corti. Chi è sorpreso con abiti fuorilegge, verrà obbligato a indossare indumenti più “larghi”, che coprono le forme. Abitanti di Jakarta consigliano “tute da astronauta”.

Jakarta (AsiaNews) – Alcuni la definiscono una “stupidata”, altri chiedono al governo di “occuparsi di questioni più serie”; a Jakarta invitano i connazionali di Aceh a “vestirsi da astronauta”. Le donne, invece, si sentono “discriminate” e promettono battaglia. Ha scatenato una reazione popolare la proposta di legge del governo provinciale di Aceh, territorio “speciale” a nord dell’isola di Sumatra, in Indonesia, che proibisce alle donne di indossare i jeans e agli uomini i pantaloncini. Chi verrà colto in flagrante, verrà spogliato e vestito con uno “speciale abbigliamento” fornito dalle autorità.

Per le donne di Aceh proibire i jeans è una decisione “fuori dal comune”, oltre che un segno di discriminazione e causa di shock. “È una questione molto delicata – afferma Kamala Chandrakirana, capo della Commissione indonesiana contro la violenza sulle donne – penso che una legge fuori dal comune come questa, debba essere osteggiata dal presidente”. L’attivista spiega che la norma – annunciata nei giorni scorsi alla stampa da Ramli MS, capo del distretto di West Aceh – non è solo “discriminatoria”, ma viola i diritti umani di base: “ognuno ha il diritto di indossare ciò che vuole”.

La norma sull’abbigliamento è ancora al vaglio del parlamento locale e, se approvata, entrerebbe in vigore dal gennaio 2010. Fonti locali ad Aceh sottolineano che le autorità hanno preparato più di 7 mila gonne “larghe” (che coprono le donne fino ai piedi) da utilizzare durante “raid istantanei” per cambiare d’abito quante si mostrano in pubblico con indumenti “troppo sexy”. Provvedimenti saranno previsti anche per gli uomini che circolano con “sexy shorts”, ovvero pantaloncini troppo corti tanto da mostrare gambe e “forme”. “La legge – aggiunge la fonte – varrà solo per i musulmani di Aceh”, una delle province del Paese in cui l’islam viene applicato in modo rigoroso. Poche settimane fa, il governo locale aveva proposto la lapidazione per gli adulteri e pene corporali per chi viola la Shariah.

AsiaNews ha interpellato alcuni residenti della provincia ed emerge un consenso unanime contro l’entrata in vigore della legge, che suscita al contempo ilarità. “È qualcosa di davvero stupido” afferma una donna, che poi precisa: “Abiti e vestiti sono una scelta personale, che ogni uomo o donna deve essere libero di compiere senza costrizioni”. Molti invitano il governo a “pensare ad altro”, invece di “indignare le persone” con simili leggi. Qualcuno avanza poi dubbi sugli “speciali finanziamenti” stanziati per raccogliere più di 7 mila vestiti e si chiede: “da dove arrivano i soldi?”. Oltretutto, conferma la maggioranza della gente, i jeans sono “più comodi” per viaggiare a bordo di motociclette. Altri affermano che l’islam non dovrebbe costringere i fedeli a “vivere sotto una costante pressione morale”, ma dovrebbe essere “l’esatto contrario”.

Il Capo del distretto di Aceh non commenta la vicenda. Dalla capitale, invece, solidarizzano con gli abitanti di Aceh e molti si dicono “indignati” della proposta di legge. Qualcuno all’inizio la butta sul ridere, consigliando ai governanti di “far indossare tute da astronauta alle persone”. Poi la riflessione: “vi sono questioni molto più importanti da trattare, rispetto a un abito sexy”.

Saturday, 10 October 2009

Sayiffudin Zuhri e Mohammad Syahrir killed during anti teror raid

09/10/2009 12:21
INDONESIA
La polizia indonesiana uccide due terroristi implicati negli attentati di Jakarta
di Mathias Hariyadi

I due sarebbero militanti di Al Qaeda. Fonti anonime della polizia affermano che uno è Syaifuddin Zuhri, successore di Noordin Top alla guida dell’organizzazione terroristica nel sud-est asiatico

Jakarta - La polizia indonesiana ha compiuto un raid contro una cellula di terroristi uccidendone due. Il gruppo era sospettato degli attentati agli hotel Marriott e Ritz-Carlton di Jakarta, il 17 luglio scorso.
Secondo le prime informazioni due estremisti islamici sarebbero stati arrestati, altri due sarebbero rimasti uccisi durante lo scontro a fuoco con il corpo speciale anti-terrorismo 88 Detachment . Il raid è avvenuto nella mattinata di oggi a Ciputat, 20 km a sud della capitale Jakarta.
Tra i terroristi coinvolti nel raid ci sarebbero anche Syaifuddin Zuhri e Mohammad Syahrir. Fonti anonime della polizia affermano che i due sarebbero morti, ma la conferma ufficiale è attesa per le 5 del pomeriggio, ora in cui è stata convocata una conferenza stampa.
Zuhri e Syahrir, i due uccisi, sono considerati due esponenti di punta di Al Qaeda nel sud-est asiatico. Il primo è considerato il nuovo capo dell’organizzazione terroristica nella regione. Lo scorso mese la polizia ha reso nota una sua lettera in cui si proclamava successore di Noordin M Top, storica guida di Al Qaeda nel sud-est asiatico, ucciso il 16 settembre scorso. Le forze di sicurezza di Jakarta affermano inoltre che Zhuri è il reclutatore degli attentatori del 17 luglio.
Secondo le prime ricostruzioni la polizia avrebbe sorpreso il gruppo in una pensione, nei pressi della Syarif Hidayatullah State Islamic University, considerata il loro rifugio abituale.
Il raid avvenuto a Ciputat è stato preceduto da un blitz della polizia a Margahayu nell’ East Bekasi, che avrebbe portato all’arresto di un altro terrorista di cui non è ancora resa nota l’identità.

8 Foods That Fight Fat

Want to lose weight as you chow down? Your wish is granted! (I promise, this is no fairy tale.) Your supermarket is filled with foods that studies show have lipid-melting powers to help melt fat and keep you slim. Stock up on these fat-fighting super bites, and you'll be trimmer even as you indulge. Read on to discover the eight foods that deserve a permanent spot in your fridge—and in your diet!

Almonds These yummy nuts are high in alpha-linolenic acid, which can accelerate your metabolism of fats. In fact, dieters who ate 3 ounces of almonds daily slashed their weight and body-mass index by 18 percent, while those who skipped the nuts reduced both numbers less— just 11 percent—a study in the International Journal of Obesity revealed. Chomp almonds à la carte (limit yourself to 12 per serving to keep calories in check). I get a pack at Starbucks and nibble throughout my day. Or sprinkle them into a recipe such as Black Bean–Almond Pesto Chicken. Go nuts!

Berries I tell my daughter, "These are nature's candy!" Turns out they're also your body's best friends. Strawberries, raspberries and other vitamin C–spiked fruit can supercharge your workout, helping you burn up to 30 percent more fat, research from Arizona State University at Mesa has found. If they're not in season, buy the little gems frozen in a bulk-sized bag so you'll always have them on hand to whip up a Berry Bliss Smoothie or Strawberry-Sunflower Pops, regardless of whether berries are in season.

Cinnamon Adding 1/4 teaspoon to your plate may prevent an insulin spike—an uptick that tells your body to store fat. Sprinkle it on your morning cereal or coffee or on your yogurt in the A.M., or savor it in Apple-Cinnamon-Raisin Oatmeal.

Mustard It's heaven on a soft pretzel, but mustard may also be a weight loss wonder. Turmeric, the spice that gives mustard its color, may slow the growth of fat tissues, a study in the journal Endocrinology finds. Use it on sandwiches instead of mayo, or sprinkle turmeric on cauliflower pre-roasting to give it a kick. Try it on tuna salad—I promise it adds zest.

Oranges This citrus fruit, which contains fat-blasting compounds known as flavones, deserves to be your main squeeze. Women who ate the most flavones had a much lower increase in body fat over a 14-year period, a study in The American Journal of Clinical Nutrition notes. Eat oranges sliced or swig fresh OJ (including pulp!) to get the best benefit from the fruit.

Soybeans Reason to toss a half cup on your salad? Soybeans are rich in choline, a compound that blocks the absorption of fat and breaks down fatty deposits. Oh, and they're addictively delish! But if breast cancer runs in your family, experts suggest you should talk to your doc before adding soy to your diet.

Sweet potatoes The colorful spuds' high-fiber content means they keep your insulin steadier than their white sisters, which means less fat packed on your hips, research finds. Top a small baked tater with lowfat cottage cheese for a tempting side dish, or whip up Miso Soup With Sweet Potato Dumplings.

Swiss cheese Calcium-rich foods reduce fat-producing enzymes and increase fat breakdown, and Swiss has more calcium than many of its cheesy peers. Choose the reduced-fat variety, such as Sargento. Slip it into your sandwich, put it on top of high-fiber crackers or use it for a healthier grilled cheese. Yum!

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Papaya alias gantung


Nama latinnya Carica papaya. Masyarakat Australia menyebutnya Paw paw. Dan orang Indonesia mengenalnya dengan nama pepaya. Buah ini tersohor sebagai tanaman obat di berbagai belahan dunia. Khasiatnya bisa dipetik dari hampir seluruh bagian tanaman, namun buahnyalah yang paling sering digunakan karena mudah didapat dan lezat.

Bagi Anda yang suka menyantap buah pepaya, ada baiknya mengetahui keistimewaan buah yang satu ini agar keyakinan Anda untuk mengonsumsinya kian bertambah. Seandainya Anda jarang memakan pepaya. Maka untuk Andalah artikel ini dibuat agar Anda tergerak untuk mencicipi dan menyukainya. Nah, inilah
10 hal penting tentang pepaya yang bisa membuat Anda 'jatuh cinta' padanya.

Satu
Buah pepaya mengandung berbagai jenis enzim, vitamin dan mineral. Malah kandungan vitamin A-nya lebih banyak daripada wortel, dan vitamin C-nya lebih tinggi daripada jeruk. Kaya pula dengan vitamin B kompleks dan vitamin E.

Dua
Buah pepaya mengandung enzim papain.
Enzim ini sangat aktif dan memiliki kemampuan mempercepat proses pencernaan protein. Mencerna protein merupakan problem utama yang umumnya dihadapi banyak orang dalam pola makan sehari-hari. Tubuh mempunyai keterbatasan dalam mencerba protein yang disebabkan kurangnya pengeluaran asam hidroklorat di lambung.

Tiga
Kadar protein dalam buah pepaya tidak terlalu tinggi, hanya 4-6 gram per kilogram berat buah. Tapi julah yang sedikit ini hampir seluruhnya dapat dicerna dan diserap tubuh. Ini disebabkan enzim papain dalam buah pepaya mampu mencerna zat sebanyak 35 kali lebih besar dari ukurannya sendiri. Daya cerna terhadap protein ini mengingatkan kita untuk lebih cermat memilih makanan, Bahwa makanan yang mengandung protein tinggi belum tenti bisa bermanfaat bagi tubuh. Yang penting adalah mudah atau tidaknya protein itu diserap tubuh.

Empat
Papain bisa memecah protein menjadi arginin. Senyawa arginin merupakan salah satu asam amino esensial yang dalam kondisi normal tidak bisa diproduksi tubuh dan biasa diperoleh melalui makanan seperti telur dan ragi. Namun bila enzim papain terlibat dalam proses pencerbaan protein, secara alami sebagian protein dapat diubah menjadi arginin. Proses pembentukan arginin dengan papain ini turut mempengaruhi produksi hormon pertumbuhan manusia yang populer dengan sebutan human growth hormone (HSG), sebab arginin merupakan salah satu sarat wajib dalam pembentukan HGH. Nah, HGH inilah yang membantu meningkatkan kesehatan otot dan mengurangi penumpukan lemak di tubuh. Informasi penting lain, uji laboratorium menunjukkan arginin berfungsi menghambat pertumbuhan sel-sel kanker payudara.

Lima
Papain juga dapat memecah makanan yang mengandung protein hingga terbentuk berbagai senyawa asam amino yang bersifat autointoxicating atau otomatis menghilangkan terbentuknya substansi yang tidak diinginkan akibat pencernaan yang tidak sempurna. Tekanan darah tinggi, susah buang air besar, radang sendi, epilepsi dan kencing manis merupakan penyakit-penyakit yang muncul karena proses pencernaan makanan yang tidak sempurna. Papain tidak selalu dapat mencegahnya, namun setidaknya dapat meminimalkan efek negatif yang muncul. Yang jelas papain dapat membantu mewujudkan proses pencenaan makanan yang lebih baik.

Enam
Papain berfungsi membantu pengaturan asam amino dan membantu mengeluarkan racun tubuh. Dengan cara ini sistem kekebalan tubuh dapat ditingkatkan.

Tujuh
Pepaya juga dapat mempercepat pencernaan karbohidrat dan lemak. Enzim papain mampu memecah serat-serat daging, sehingga daging lebih mudah dicerna. Tidak heran bila pepaya sering dijadikan bahan pengempuk daging, terutama untuk pembuatan sate atau masakan semur.

Delapan
Pepaya memiliki sifat antiseptik dan membantu mencegah perkembangbiakan bakteri yang merugikan di dalam usus. Pepaya membantu menormalkan pH usus sehingga keadaan flora usus pun menjadi normal.

Sembilan
Papain terbentuk di seluruh bagian buah, baik kulit, daging buah, maupun bijinya. Jadi sebaiknya pepaya dimanfaatkan secara seutuhnya. Malah, bagi mereka yang mengalami masalah pencernaan, disarankan untuk mengonsumsi buah pepaya beserta bijinya.

Sepuluh
Buah yang masih mengkal atau separuh matang memiliki kandungan nutrisi yang lebih tinggi dari buah matang. Namun wanita yang ingin memiliki anak atau sedang hamil dilarang mengonsumsinya, karena buah mentah dan mengkal mempunyai efek menggugurkan kandungan. Karena efek yang satu ini, di berbagai negara, seperti Papua Nugini dan Peru, pepaya digunakan sebagai alat kontrasepsi. Saran untuk wanita hamil, bila ingin mendapatkan khasiat pepaya, makanlah buah yang sudah matang saja.

Sumber: human health & susybastians. com