Monday 17 November 2008

Aiuti stranieri sospettati di proselitismo e spionaggio

Governo, fondamentalisti islamici, indipendentisti dell'Aceh sono tutti preoccupati per la presenza di organizzazioni umanitarie e militari straniere.

Jakarta (AsiaNews) – Giornalisti e soccorritori stranieri nella provincia indonesiana dell'Aceh, la più colpita dallo tsunami, saranno espulsi se non rendono noti al governo i loro spostamenti al di fuori della capitale Banda Aceh. Lo ha annunciato oggi il capo delle operazioni di soccorso Budi Atmaji, adducendo motivi di sicurezza.

Le preoccupazioni per la sorte degli stranieri sono legate alla possibilità di attacchi dei ribelli separatisti del GAM (Gerakan Aceh Merdeka, Free Aceh Movement), che dal 1976 combattono nell'Aceh per l'indipendenza della regione. Per lo stesso motivo il gen. Endriartono Sutarto, capo dell'esercito nazionale (TNI), ha disposto che sui mezzi di soccorso viaggi anche un ufficiale militare indonesiano e che i soldati impegnati negli aiuti "continuino a portare armi".

Il comandante del GAM ha però dichiarato che i ribelli non hanno intenzione di attaccare personale straniero. Secondo Sidney Jones, esperta dell'International Crisis Group, l'esercito indonesiano è preoccupato che la situazione sfugga dalle mani: c'è il rischio che "2 anni di operazioni militari contro i ribelli vadano perdute". Data la situazione di caos ed emergenza "i ribelli possono muoversi più liberamente nella provincia".

Su Jakarta sono piovute molte critiche per l'eccessiva presenza di stranieri ad Aceh e Nord Sumatra. Per questo il governo ha fissato il loro ritiro per il 26 marzo prossimio. Il segretario di Gabinetto, Sudi Silalahi, ha dichiarato che dopo il 26 marzo l'intero processo di riabilitazione e ricostruzione nell'Aceh e Nord Sumatra sarà condotto da esperti indonesiani.

Secondo analisti del sudest asiatico, la polemica sulla presenza straniera in quello che è il paese musulmano più popoloso al mondo, rischia di diventare la maschera dietro cui si nascondono schieramenti pro e contro islam. L'iniziale collaborazione interreligiosa durante la prima drammatica fase dei soccorsi rischia di sparire sulla scia degli interessi dei vari gruppi. Negli ultimi giorni fondamentalisti islamici hanno accusato di proselitismo le organizzazioni occidentali e cristiane presenti nella zona.

Alcuni gruppi estremisti, come il Lasker Mujahedeen, gruppo paramilitare che combatte i cristiani in tutto il paese, hanno inviato volontari nell'Aceh per "aiutare i loro seguaci musulmani". I militanti dicono che tollereranno la presenza americana "finché è giustificata da motivi umanitari", ma se "tra di loro ci sono agenti di servizi segreti, Allah distruggerà gli Stati Uniti". L'Aceh è l'unica provincia indonesiana in cui vige la sharia (la legge islamica). (MH)

Cambiano le leggi islamiche per l'emergenza tsunami

di Mathias Hariyadi
Il Consiglio degli Ulema ha detto sì alle sepolture di massa e ha snellito i riti di purificazione dei cadaveri . Il cibo distribuito in emergenza è considerato "puro" a priori.

Jakarta (AsiaNews) – Via libera degli Ulema indonesiani alle sepolture di massa. In una sorta di lettera pastorale, il Consiglio indonesiano degli Ulema (Majelis Ulama Indonesia, MUI) ha diffuso oggi le direttive sulla sepoltura degli oltre 100 mila morti, vittime dello tsunami. KH Maruf Amin, membro esecutivo del MUI ha detto che data l'emergenza ad Aceh, le tradizionali usanze previste dall'islam possono essere infrante: non sarà obbligatorio lavare i corpi e ricoprirli con un lenzuolo di lino bianco e potranno essere sepolti in fosse comuni. "I corpi – ha detto Amin – potranno essere sepolti nello stesso posto dove vengono ritrovati o in qualunque altro luogo".

Per l'emergenza i rappresentanti religiosi musulmani hanno riveduto anche le disposizioni sugli alimenti, che secondo l'islam devono essere halal (puri, che non contengano ad esempio carne di maiale, ecc…). Il MUI ha dichiarato che, nelle condizioni attuali, è impossibile verificare se il cibo distribuito dagli aiuti sia halal o no.

Oggi pomeriggio il ministro degli Affari sociali ha aggiornato il bilancio provvisorio delle vittime dello tsunami del 26 dicembre scorso. In tutto in Indonesia sono morti 104.055; i dispersi 10.088, i rifugiati 655.132; 1.448 sono i feriti sotto cure mediche. Di seguito riportiamo le cifre divise per città e provincia. Meulaboh 28.251; Banda Aceh 20.066; Aceh Besar 17.564; Aceh Jaya 15.000; West Aceh 7.020; Calang 5.000; Aceh Island 4.000; North Aceh 7.020; Pidie 1.359; Nagan Raya 1.338; East Aceh 894; Bireun 594; Lhokseumawe 198; Krueng Mane 117; Sabang, Weh Island 12; South Aceh 6. Nella regione di North Sumatra il bilancio parla di 227 morti a Nias Island; 8 a Deli Serdang; 8 a Cermin Coast; 7 a Simeuleu; 4 a Sergai; 3 a Adam Malik Hospital; 1 a Madina; a Central Tapanuli.

llerta tsunami: terremoto marino a 100 km da Sumatra

di Mathias Hariyadi
L'allerta è rientrato pche ore dopo. Il sisma di forza 7.9 della scala Richter percepito fino a 2 mila km di distanza. Due i morti. Manca l'elettricità e molti edifici sono danneggiati. Tristezza per i musulmani che da stasera celebrano il Ramadan.

Jakarta (AsiaNews) – Il governo indonesiano ha diramato un avviso di “massima allerta” per possibile tsunami a tutte le persone che vivono sulla costa ovest di Sumatra, nella regione di Bengkulu, dopo che un potente terremoto di forza 7.9 Richter ha scosso l’area verso le 18.10 (ora di Jakarta). L’allarme è rientrato dopo circa un’ora, anche se la situazione rimane tesa e la popolazione impaurita non vuole tornare a casa.

Le scosse fortissime hanno colpito anche la zona di Padang (Nord Sumatra), la capitale provinciale Palembang (Sud Sumatra) e perfino Jakarta, che si trova a circa mille km da Bengkulu. Il terremoto è stato percepito anche in Malaysia e Singapore.

L’epicentro del sisma era a 100 km di distanza dalle coste di Bengkulu e a 15 km di profondità. Le prime testimonianze giunte ad AsiaNews dicono che il terremoto sembra perfino “più forte” di quello che ha distrutto l’isola di Nias (Nord Sumatra) nel 2004, quando un enorme tsunami fece oltre 130 mila vittime nella sola Indonesia. L'onda anomala colpì tutti i Paesi che si affacciano sull'Oceano Indiano.

Al momento si registrano 2 morti a Padang, mentre diversi testimoni parlano di molti danni a edifici e di black-out dell’elettricità.

Gli abitanti sono fuggiti dalle loro case e costretti ad accamparsi all’aperto, lontano dalle loro abitazioni danneggiate. Anche ora che il rischio tsunami è passato, nessuno vuole rientrare. “La gente è tutta in panico. E tutti preferiscono rimanere fuori” dice Berta Iin Esthi, professoressa dell’Università di Bengkulu.

“Questo non è un bel momento” ha detto un musulmano ad AsiaNews. “Proprio stasera comincia il Ramadan”. Durante il mese sacro all’Islam i musulmani digiunano tutto il giorno fino a calare del sole e poi si radunano insieme per cene e banchetti.

Powerful Quake Rocked Gorontalo

Cresce il bilancio delle vittime per il terremoto a Sulawesi
La scossa maggiore è di magnitudo 7,5. Per ora si sa di 2 morti e decine di feriti. Migliaia gli sfollati. L’allerta tsunami è stato ritirato.

Jakarta (AsiaNews/Agenzie) – Almeno 2 persone sono morte e migliaia sono fuggite dalle loro cose per un potente terremoto vicinissimo all’isola di Sulawesi, nelle prime ore del mattino. La scossa di magnitudo 7,5 ha colpito la città costiera di Gorontalo, con un epicentro a una profondità di 21 km e a 135 km di distanza. Alla scossa più forte sono seguite innumerevoli altre scosse minori, fino a 5,8 di magnitudo Migliaia di persone hanno abbandonato le loro case nel panico, anche se l’allerta tsunami, emesso dal governo è stato poi ritirato.

Un rappresentante del ministero della sanità ha detto che finora il bilancio è di 2 morti e di 37 feriti, con oltre 200 case danneggiate, alcune completamente distrutte. Le comunicazioni sono però precarie facendo temere che il bilancio è forse più grande, anche se non vi sono ancora notizie.

Nella città di Poso (Sulawesi centrale), la gente è fuggita di casa e un ospedale è stato evacuato dei malati. Le scuole della regione sono chiuse.

L’arcipelago indonesiano si trova su una zona sismica molto attiva, detta “anello di fuoco”Nel 2004, un terremoto nell’Oceano Indiano ha creato uno tsunami che ha ucciso circa 170 mila persone nella provincia di Aceh. Alcuni giorni fa il governo ha lanciato un sistema di alta tecnologia per l’allerta tsunami, ma gli esperti dicono che alcune zone del Paese non sono coperte e che il sistema giungerà a pieno regime solo entro il 2010.

Friday 14 November 2008

The Three Days of Darkness

by Yves Dupont
THE ACT OF GOD

The most spectacular aspect of the Act of God will be the three days of darkness over the whole earth. The Three Days have been announced by many mystics, viz., Bl.Anna-Maria Taigi, Padre Pio, Elizabeth Canori-Mora, Rosa-Colomba Asdente, Palma d'Oria, in Italy; Father Nectou, in Belgium; St. Hildegard, in Germany; Pere Lamy, Marie Baourdi, Marie Martel, Marie-Julie Jahenny, in France. (This list is not exhaustive; many more mystics have announced the Three Days.)

The Church does not oblige us to believe in any particular prophecy as a matter of faith, but we are indeed obliged to believe that prophecies may be made even in our own times, for this is in the Gospel: the Holy Ghost will speak to many in the Latter Days.

Moreover, when an identical prophecy has been made by widely separated people in time and space, when this particular prophecy was accompanied by other predictions which have already come to pass, and when the holiness of the mystics in question has been recognized by the Church, we would be foolish indeed not to believe that the prophecy must come to pass. Such is the case concerning the Three Days of Darkness. How else could we explain that an illiterate peasant woman of Brittany is describing the very thing that another mystic in, say, Germany or Italy is also describing?

THE PROXIMATE SIGNS

Here are the proximate signs in their probable order of occurrence. This, to be sure, is only my own opinion, and I may be wrong for I am no prophet myself; but, after studying a large number of prophecies, this order appears to me to be the most likely:

1. Flouting of church laws, irreverence and immodesty in church, fall in attendance at church.
2. Lack of charity towards others, heartlessness, indifference, divisions, contentions, godlessness, pride in human knowledge.
3. Breakdown of family life: immorality, adultery, perversion of youth (e.g. homosexuals giving lectures in schools), immodest fashions (e.g. mini-skirts and hot pants, bikinis and see-throughs), people concerned only with eating, drinking, dancing and other pleasures.
4. Civil commotions, contempt for authority, downfall of governments, confusion in high places, corruption, coups d'etat, civil war, revolution. (The first four proximate signs have already come to pass, at least partly; for we are yet to see civil war and revolution in the West. But the sequence of events is not strictly chronological; there is room for some overlapping. Thus, the 5th proximate sign seems to have begun also.)
5. Floods and droughts, crop failures, unusual weather, tornadoes, earthquakes, tidal waves, famines, epidemics, unknown diseases (e.g. new strains of viruses).

THE WARNING AND THE MIRACLE

These will take place between the proximate and the immediate signs. Both will be supernatural occurrences, and the Miracle will closely follow the Warning. There will be a solar prodigy; a Cross will be visible in the sky all over the world. The Warning will be associated with the letter "A"; it will not fall on a Feast day of Our Lady, nor on the l8th of the month.

The Miracle will fall on the Feast day of a young martyr of the Eucharist; this will be on a Thursday evening, and it will coincide with an important Church event.

Since the Miracle is to be seen only in Northern Spain and in Rome, and since the Cross in the sky is to be seen everywhere, it seems that the latter occurrence will take place with the Warning, not with the Miracle. However, the Miracle may also have a Cross in the sky.
During the Warning, everyone will be made aware of his/her own sinfulness, and many will wish to die, but the Warning itself will be completely harmless.

Both the Warning and the Miracle must be viewed as the last act of mercy from God, a final appeal to mankind to do penance before the three days of darkness and the destruction of three-quarters of the human race. At a time when the murder of unborn babies and the sin of Sodom and Lesbos have become respectable and sometimes legal, we should not wonder why God is going to punish mankind.

By that time, war and revolution will have already caused a high deathtoll, and Communism will be victorious, but all this will be as nothing compared with the deathtoll caused by the Three Days.

THE IMMEDIATE SIGN

It will be a bitterly cold winter night in the Northern hemisphere. (Presumably, a very cold summer night in Australia or, by contrast, a torrid night.) The wind will howl and roar. Lightning and thunderbolts of an unprecedented magnitude will strike the earth. The whole earth will shake, heavenly bodies will be disturbed – (this will be the beginning of the Three Days). Every Demon, every evil spirit will be released from hell and allowed to roam the earth. Terrifying apparitions will take place. Many will die from sheer fright. Fire will rain forth from the sky, all large cities will be destroyed, poisonous gases will fill the air, cries and lamentations everywhere. The unbelievers will burn in the open like withered grass. The entire earth will be afflicted; it will look like a huge graveyard.

As soon as you notice that bitterly cold night, go indoors, lock all doors and windows, pull down the blinds, stick adhesive paper on vents and around windows and doors. Do not answer calls from outside, do not look at the windows, or you will die on the spot: keep your eyes down to make sure you do not see the windows; the Wrath of God is mighty and no one should attempt to behold it. Light blessed wax candles; nothing else will burn, but the candles will not be extinguished once lit. Nothing will put them out in the houses of the faithful, but they will not burn in the houses of the godless. Sprinkle holy water about the house and especially in the vicinity of doors and windows: the devils fear holy water. Bless yourself with it and anoint your five senses with it: eyes, ears, nose, mouth, hands, feet, and forehead. Keep on hand a sufficient supply of drinking water and, if possible, food also (but you can live without food for three days.) Kneel down and pray incessantly with outstretched arms, or prostrate on the floor. Make acts of contrition, faith, hope, and charity. Above all say the Rosary and meditate on the Sorrowful mysteries.

Some people, especially children, will be taken up to Heaven beforehand to spare them the horror of these days. People caught outdoors will die instantly. Three-quarters of the human race will be exterminated, – more men than women. No one will escape the terror of these days.
But, when all seems lost and hopeless, then, in the twinkling of an eye, the ordeal will be over: the sun will rise and shine again as in springtime over a purified earth.

Some nations will disappear entirely, and the face of the earth will be changed. There will be no more "Big Business" and huge factories which sap men's souls. Craftsmanship will revive, and assembly lines will give way to the working bench.

People will return to the land, but food will be scarce for about three years. Married women will bear many children, for it will be regarded as a disgrace not to have children, – no more "career women" addicted to the "pill". Unmarried females, – there will be many, will enter the religious orders and form large congregations of Nuns within the reborn Church. Disease will decrease dramatically, and mental illnesses will be rare, for man will have retrieved his natural environment. It will be an age of faith, true brotherhood between neighbors, civil harmony, peace, and prosperity. The land will yield crops as never before. Police will have little work to do: crime will disappear almost entirely. Mutual trust and honesty will be universal. There will be little work for lawyers, either. All the manpower which is currently taken up by the wickedness of the modern world will be released and available for the production of useful commodities. Thus, prosperity will be very great. This wonderful period will probably last 30 years approximately.

As soon as you see the sun rise again at the end of the Three Days, drop to your knees and give thanks to God.

Be warned, SPREAD THE MESSAGE, but do not fear: it would be an offense to God to show lack of confidence in His protection. Those who spread the message will be protected, but the scoffers, the skeptics, and those who dismiss the message because they are frightened, will not escape the chastisement.

WHAT TO DO NOW

SPREAD THE MESSAGE; do not be put out by those who laugh it off or think you are a bit odd. This is the price we have to pay, for no disciple of Christ can escape scorn or even persecution. Remain in the state of grace. Go to Mass, and regularly receive Holy Communion. Say your rosary every day. Obtain some wax candles and have these blessed by a Traditionalist priest.

Do not buy ordinary white candles; they are not made of wax. Do not trust either a "new-breed" priest to bless your candles. Pray for the Church and for the Pope in particular; it is not for us to judge the Pope, no matter what he does or says, – this is God's prerogative, but we must pray for him. Say the prayer to St. Michael which Leo XIII composed after witnessing a terrifying vision of Satan's power.

Wear the Brown Scapular and the miraculous medal. Deny yourself some legitimate pleasures and entertainment; many seers insist on this. Eat sparingly, frugally, to sustain life more than to gratify the palate. When the proximate signs are over, i.e., war and revolution culminating in the victory of communism, when you behold the Warning, then store up food, drinking water, blankets and other necessities.

Monday 10 November 2008

Giustiziati gli attentatori di Bali. Dure reazioni dei militanti islamici

di Mathias Hariyadi
Nelle prime ore di domenica sono stati fucilati gli attentatori che nel 2002 uccisero 202 persone a Bali. Proteste e scontri con la polizia in occasione dei funerali. Allerta in tutta l’Indonesia per il rischio di attentati e nuove manifestazioni. Ma gli analisti assicurano che il pericolo di atti terroristici non è elevato. Gli ulema indonesiani intanto dichiarano: “I tre non sono martiri”.

Jakarta (AsiaNews) - I tre attentatori di Bali sono stati giustiziati 15 minuti dopo la mezzanotte di sabato e sono subito iniziate le manifestazioni di protesa da parte dei gruppi islamici indonesiani.

Per motivi di sicurezza, le autorità indonesiani avevano deciso di portare a termine l’esecuzione all’interno del carcere di Nusakambangan, dove i tre erano detenuti, e non in altri siti di cui i giornali locali avevano parlato nelle ultime settimane.

Le salme di Amrozi, Imam Samudra e Mukhlas sono state consegnate alle famiglie nella giornata di domenica e durante i riti funebri (nella foto un momento del funerale di Samudra) sono stati diversi i gesti di veemente protesa contro il governo e l’esecuzione dei tre, che in molti definiscono martiri dell’islam.

In vista della fucilazione diversi gruppi di militanti islamici avevano preannunciato violenze e proteste. A meno di ventiquattrore dall’esecuzione i sostenitori dei tre attentatori hanno inscenato manifestazioni nei villaggi di Serang, Lamongan e Tenggulun, dove vivono le famiglie dei terroristi. La polizia indonesiana è dovuta intervenire per mantenere l’ordine.

I legali dei tre attentatori di Bali hanno dichiarato che in occasione dei funerali non erano state programmate vere manifestazioni e preannunciato che invece queste si svolgeranno durante la settimana. Il Muslim defence teamdel mondo islamico rendono teso il clima nell’isola. Reiterate minacce di attentati sono state fatte pervenire anche alle ambasciate australiane e statunitensi a Jakarta. La polizia è in stato di allerta a protezione di obiettivi sensibili in tutta l’isola, come alberghi e luoghi turistici. Già nella giornata di domenica sono stati eseguiti alcuni arresti e squadre speciali della polizia hanno pattugliato in modo massiccio le zone attorno alle abitazioni dei tre giustiziati. (Tpm) ha anche rivelato di voler muovere azione legale contro il procuratore generale con l’accusa gravi violazioni dei diritti umani nella vicenda dei loro assistiti. Questi fatti, insieme a dichiarazioni e minacce mosse da diversi esponenti

Gli analisti della sicurezza affermano che il Paese non corre il rischio di gravi attentati perché il principale gruppo terroristico operante in Indonesia e legato ad Al Qaeda, la Jemaah Islamiyah, vive un momento di grave debolezza. Forti sono comunque le polemiche mosse da alcune fonti governative sulla strumentalizzazione politica dell’esecuzione. Esponenti dell’esecutivo hanno criticato televisioni e organi di stampa colpevoli di aver dato eccessiva pubblicità dell’avvenimento e così rinfocolato la tensione. I continui rinvii dell’esecuzione avevano esposto il governo a numerose critiche. La prime sentenze che comminavano ai tre la pena di morte risalivano a cinque anni fa: Amrozi era stato condannato il 7 agosto, Samudra il 10 settembre e Mukhlas il 2 novembre del 2003.

Oggi, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco e non dar luogo ad un’escalation di violenze, è intervenuto anche il Consiglio indonesiano degli ulema (Mui). Il presidente Umar Shihab ha dichiarato che i tre attentatori di Bali “non sono morti come svuhada [martiri]. Chi uccide altre persone non può morire come martire a meno che queste non siano in guerra in nome delle religione. Ma noi non siamo in guerra, quindi non possiamo uccidere”.

Giustiziati gli attentatori di Bali. Dure reazioni dei militanti islamici

di Mathias Hariyadi
Nelle prime ore di domenica sono stati fucilati gli attentatori che nel 2002 uccisero 202 persone a Bali. Proteste e scontri con la polizia in occasione dei funerali. Allerta in tutta l’Indonesia per il rischio di attentati e nuove manifestazioni. Ma gli analisti assicurano che il pericolo di atti terroristici non è elevato. Gli ulema indonesiani intanto dichiarano: “I tre non sono martiri”.

Jakarta (AsiaNews) - I tre attentatori di Bali sono stati giustiziati 15 minuti dopo la mezzanotte di sabato e sono subito iniziate le manifestazioni di protesa da parte dei gruppi islamici indonesiani.

Per motivi di sicurezza, le autorità indonesiani avevano deciso di portare a termine l’esecuzione all’interno del carcere di Nusakambangan, dove i tre erano detenuti, e non in altri siti di cui i giornali locali avevano parlato nelle ultime settimane.

Le salme di Amrozi, Imam Samudra e Mukhlas sono state consegnate alle famiglie nella giornata di domenica e durante i riti funebri (nella foto un momento del funerale di Samudra) sono stati diversi i gesti di veemente protesa contro il governo e l’esecuzione dei tre, che in molti definiscono martiri dell’islam.

In vista della fucilazione diversi gruppi di militanti islamici avevano preannunciato violenze e proteste. A meno di ventiquattrore dall’esecuzione i sostenitori dei tre attentatori hanno inscenato manifestazioni nei villaggi di Serang, Lamongan e Tenggulun, dove vivono le famiglie dei terroristi. La polizia indonesiana è dovuta intervenire per mantenere l’ordine.

I legali dei tre attentatori di Bali hanno dichiarato che in occasione dei funerali non erano state programmate vere manifestazioni e preannunciato che invece queste si svolgeranno durante la settimana. Il Muslim defence team (Tpm) ha anche rivelato di voler muovere azione legale contro il procuratore generale con l’accusa gravi violazioni dei diritti umani nella vicenda dei loro assistiti. Questi fatti, insieme a dichiarazioni e minacce mosse da diversi esponenti del mondo islamico rendono teso il clima nell’isola. Reiterate minacce di attentati sono state fatte pervenire anche alle ambasciate australiane e statunitensi a Jakarta. La polizia è in stato di allerta a protezione di obiettivi sensibili in tutta l’isola, come alberghi e luoghi turistici. Già nella giornata di domenica sono stati eseguiti alcuni arresti e squadre speciali della polizia hanno pattugliato in modo massiccio le zone attorno alle abitazioni dei tre giustiziati.

Gli analisti della sicurezza affermano che il Paese non corre il rischio di gravi attentati perché il principale gruppo terroristico operante in Indonesia e legato ad Al Qaeda, la Jemaah Islamiyah, vive un momento di grave debolezza. Forti sono comunque le polemiche mosse da alcune fonti governative sulla strumentalizzazione politica dell’esecuzione. Esponenti dell’esecutivo hanno criticato televisioni e organi di stampa colpevoli di aver dato eccessiva pubblicità dell’avvenimento e così rinfocolato la tensione. I continui rinvii dell’esecuzione avevano esposto il governo a numerose critiche. La prime sentenze che comminavano ai tre la pena di morte risalivano a cinque anni fa: Amrozi era stato condannato il 7 agosto, Samudra il 10 settembre e Mukhlas il 2 novembre del 2003.

Oggi, nel tentativo di gettare acqua sul fuoco e non dar luogo ad un’escalation di violenze, è intervenuto anche il Consiglio indonesiano degli ulema (Mui). Il presidente Umar Shihab ha dichiarato che i tre attentatori di Bali “non sono morti come svuhada [martiri]. Chi uccide altre persone non può morire come martire a meno che queste non siano in guerra in nome delle religione. Ma noi non siamo in guerra, quindi non possiamo uccidere”.

Tuesday 4 November 2008

Jakarta: presidente, governo e musulmani moderati nel mirino dei fondamentalisti

di Mathias Hariyadi
Un sito web fondamentalista minaccia di morte il presidente, il vicepresidente e altri esponenti dell’esecutivo. Alla vigilia dell’esecuzione della strage di Bali, aumenta la tensione nel Paese e si temono nuovi attacchi. Nel mirino anche il presidente della più importante organizzazione musulmana moderata.

Jakarta (AsiaNews) – Il presidente Yudhoyono, il vicepresidente Jusuf Kalla, esponenti governativi di primo piano e un leader musulmano nel mirino dei fondamentalisti islamici, in procinto di scagliare attacchi contro i vertici politico-religiosi dell’Indonesia e trascinare il Paese nel caos.

L’allarme è stato lanciato – in forma anonima – da alcuni esponenti di primo della sicurezza; la minaccia è contenuta in alcuni siti-web nei quali si spiega che i leader governativi sono responsabili della condanna a morte di Amrozi, Imam Samudra e Ali Gufrom, meglio conosciuto come Mukhlas, autori della strage di Bali del 2002 e la cui esecuzione dovrebbe avvenire nei prossimi giorni.

La pena capitale comminata ai tre terroristi ha acuito la tensione nel Paese, dove da settimane sono predisposte ingenti misure di sicurezza; obiettivi sensibili non sono più solo l’ambasciata americana e altri edifici o centri filo-occidentali, ma le stesse riserve di carburante, le raffinerie e figure di spicco del panorama nazionale.

Una riunione d’emergenza del comitato di sicurezza ha predisposto i primi provvedimenti per rispondere al possibile attacco. Sulla vicenda è sceso anche il massimo riserbo: “Non possiamo fornire alcun dettaglio in merito alla faccenda”, avrebbe dichiarato il capo dell’intelligence indonesiana, il generale Syamsir Siregar al termine della riunione di gabinetto.

Le minacce sono apparse sul sito web www.foznawarabbilkakbah.com: gli interventi sono in forma anonima, ma il messaggio che traspare è chiaro e ribadito in tre lingue diverse: indonesiano, arabo e inglese. “Sparare al trio di combattenti islamici, provocherà la reazione di tutti gli altri combattenti” del Paese, si legge sul sito. Di seguito avvertimenti al presidente Youdhoyono, al vicepresidente Kalla, al Ministro indonesiano per i diritti umani Andi Mattalatta SH e a Kiai Hajj Hasyim Muzadi, presidente della più grande organizzazione musulmana del Paese, il Nahdlatul Ulama (Nu).

Nel comunicato si legge inoltre che potrà essere colpito chiunque avrà una “partecipazione attiva nella condanna a morte dei tre combattenti” ed è firmato dal trio. Due giorni fa Imam Samudra - anch'egli condannato a 8 anni di prigione per aver collaborato al massacro di Bali - aveva lanciato una personale “minaccia”, scrivendo di proprio pugno un messaggio in cui si afferma che “non c’è libertà per il sangue musulmano, versato a colpi di pistola”. Il Ministro indonesiano della difesa ha invitato il popolo a non farsi influenzare da questa campagna del terrore promossa dai fondamentalisti.

Monday 3 November 2008

Jakarta, massima allerta per l'imminente l’esecuzione dei terroristi di Bali

di Mathias Hariyadi
I 3 terroristi condannati per le bombe nel 2002 hanno presentato un nuovo ricorso alla Corte suprema, ma la Procura generale esclude altri rinvii. Minacce e timori di rappresaglie.

Jakarta (AsiaNews) – I 3 terroristi islamici condannati a morte per l’attentato dell’ottobre 2002 a Bali hanno presentato oggi un nuovo appello alla Corte Suprema, ma le autorità dicono che non ci saranno nuovi rinvii dell’imminente esecuzione. Intanto sono massime le misure di sicurezza, nel timore di attentati per ritorsione.

Il nuovo ricorso di Amrozi, Ali Ghufron e Imam Samudra (nella foto) lamenta che non sono stati “regolarmente informati” del rigetto del precedente appello. Ma un portavoce della Procura generale, competente a decidere sulla data dell’esecuzione, spiega che l’appello è “invalido” e inammissibile e non ci sarà un altro rinvio. I 3 sono stati condannati a morte per le bombe che nel 2002 a Bali hanno ucciso 202 persone, tra cui 88 turisti australiani.

Anche se la data dell’esecuzione non è nota, c’è stretto controllo della polizia al porto Cilacap che collega Java meridionale all’isola prigione di massima sicurezza di Nusakambangan, dove sono detenuti.

Bambang Winahyo, direttore del carcere, dice che i 3 appaiono calmi e pronti a morire e che ripetono di essere “martiri” per la causa di creare un califfato sudasiatico. Da oggi sono in isolamento e sono vietate le visite di parenti e legali, ritenuta ulteriore prova che l’esecuzione è imminente.

Massima allerta anche per gli obiettivi a rischio, come l’aeroporto internazionale Soekarno-Hatta, dopo che nei giorni scorsi pare ci siano state minacce di attentati di rappresaglia. Stretto controllo anche per centri commerciali, porti, ambasciate, chiese cristiane. A Poso (Sulawesi centrale), già teatro di duri scontri interconfessionali tra cristiani e islamici, è stato rinvenuto materiale per confezionare bombe. Protetti anche gli impianti industriali, dopo la scoperta del complotto per far esplodere i depositi di carburante della Pertamina a Plumpang (Jakarta settentrionale).

Intanto cresce la protesta di parte della popolazione. Nei giorni scorsi c’è stata la condanna pubblica di tale esecuzione da parte del Jamaah Anshorut Tauhid, gruppo fondato dal leader radicale islamico Abu Bakar Baasyr. urante il processo, anche i condannati hanno minacciato attacchi di rappresaglia da parte di gruppi musulmani.

Ieri il governo australiano ha “sconsigliato” ai suoi cittadini di recarsi in Indonesia in questi giorni; suscitando le rimostranze del portavoce del ministro indonesiano agli Esteri, Tauku Faizasyah, che ripete che la polizia è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini esteri.

Saturday 1 November 2008

La ditta Lapindo Brantas “responsabile” per il mare di fango

di Mathias Hariyadi
Decine di geologi di fama mondiale concordano che l’eruzione di fango bollente a Porong sia conseguenza del carente scavo di un pozzo minerario. Da anni si discute chi debba pagare i danni e risarcire le migliaia di profughi.

Jakarta (AsiaNews) – La Lapindo Brantas Inc. è responsabile per la fuoriuscita del mare di fango bollente che in Indonesia ha allagato interi villaggi, interrotto strade e ferrovie e costretto migliaia di persone a lasciare la casa e il lavoro. Esperti riuniti in Sud Africa per discutere il problema, hanno concluso che il disastro è conseguenza dello scavo di un pozzo, per cercare gas, senza rispetto di cautele elementari.

Dal maggio 2006 dallo scavo a Porong, nella reggenza di Sidoarjo, provincia Java orientale, il fango bollente esce senza sosta, superando ogni tentativo di richiudere il pozzo ed invadendo una zona sempre più estesa.

La Lapindo Brantas, autrice dello scavo, ha sempre indicato quale causa una scossa sismica a Yogyakarta, Java centrale, distante 280 chilometri. Idea appoggiata dal governo e da vari ambienti politici.

Al convegno, cui hanno partecipato circa 90 geologi di fama internazionale, sono stati presenti sostenitori della tesi del terremoto, come il professore dell’Università di Oslo Adriano Mazzini e i geologi indonesiani Nurrochmat Sawolo e Bambang Istandi. Ma il professore Mark Tingay dell’università Curtin di Perth, il prof. Richard Davies e i professori Susila Lusiaga e Rudi Rubiandini dell’Istituto Bandung di Tecnologia hanno ribadito che il terremoto non “ha nulla a che fare” con l’eruzione del fango.

Alla fine i presenti hanno “votato”: quasi la metà ha concordato con le tesi di Davies e solo tre con quelle di Mazzini.

La Lapindo, controllata dal ministro indonesiano degli Affari sociali Aburizal Bakrie, stretto amico del vice presidente Jusuf Kalla e tra i più ricchi uomini del Paese, non ha finora risarcito le migliaia di danneggiati e di recente ha espresso l’intenzione di non proseguire i tentativi di arrestare l’uscita del fango, per l’alto costo economico.