Jakarta (AsiaNews) – “Incostituzionali e inutili”. È il parere espresso da diversi leader religiosi musulmani e membri della società civile sulle fatwa lanciate dagli Ulema indonesiani, contrari alla pratica dello yoga, al vizio del fumo e all’astensione dal voto.
Il 25 gennaio, 700 membri del Consiglio indonesiano degli Ulema (Mui), riuniti in assemblea a Padang Panjang, città della provincia di West Sumatra, hanno emesso una fatwa contro lo yoga, il fumo e l’astensione al voto, spiegando che sono tutte ““attività contrarie ai precetti dell’islam”.
La presa di posizione degli Ulema ha scatenato una ondata di proteste nel Paese: fumare è dannoso per la salute, ma si tratta di una scelta che rientra nella sfera privata del singolo individuo e non va regolata con un editto religioso. Analogo discorso per lo yoga, che è considerato un mezzo per scaricare stress e tensioni per molti indonesiani che vivono nei grandi centri urbani. Religiosi e laici musulmani indonesiani ritengono quindi “inutili e contrarie alla Costituzione” le direttive degli Ulema, che rischiano di distruggere l’idea di “unità nazionale” e il concetto di società pluralista.
“Il pericolo è che queste norme vengano imposte a tutti gli indonesiani, a prescindere dal credo religioso” afferma Fadjroel Rachman, attivista politico musulmano, che riprende un invito lanciato in precedenza dal vice-presidente dell’Indonesia Jusuf Kalla, il quale aveva avvertito gli Ulema di non emettere fatwa “controverse” e in grado di “minare l’unità nazionale”.
Critiche arrivano anche dalle due principali organizzazioni musulmane moderate del Paese, il Nahdlatul Ulama (Nu) e il Muhammadiyah, che parlano di sentenze “inutili” e destinate a essere “ignorate” dalla maggioranza dei cittadini. In riferimento alla presa di posizione degli Ulema sul tabagismo, Hasyim Muzadi – presidente del Nahdlatul Ulama – sottolinea che sarebbe stato più corretto definire il vizio del fumo makruh, che sta a significare “cattivo” o “da interrompere”, piuttosto che “illecito”.
Formato nel 1975 dall’ex presidente Suharto, il Consiglio degli Ulema ha sempre originato controversie tra i musulmani indonesiani. Esso gode del sostegno di islamici vicini alla frangia fondamentalista del Paese e ha emesso una serie di editti controversi, tra i quali: la messa al bando delle preghiere interreligiose e dei matrimoni misti, oltre a campagne contro il pluralismo religioso, il liberalismo e laicità dello Stato.
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