Jakarta (AsiaNews) – In occasione dell’Anno del Bue, il Nuovo anno lunare che comincia oggi, le Poste indonesiane hanno emesso 4 modelli di francobollo che ritraggono un bufalo con uno stile calligrafico cinese. Abdul Syukur, presidente dei filatelisti indonesiani ha detto che questo è un segno di “rispetto per l’eredità culturale cinese”. E la cosa non è per nulla scontata perchè per decenni la comunità cinese in Indonesia è stata oggetto di violenze, attacchi e perfino di esodo forzato.
Il primo francobollo in stile cinese è stato emesso nel 2007, ma la stessa comunità cinese l’ha criticato, temendo che il gesto potesse alimentare ancora assalti e violenze contro l’etnia di discendenza cinese. Tensioni fra l’etnia cinese (WNI keturunan) e gli indonesiani locali (pribumi) sono comuni a causa delle differenze economiche fra i due gruppi. La maggiori parte dei cinesi sono ricchi; i locali invece sono relativamente poveri.
Per questa ragione le comunità cinesi sono divenute spesso un capro espiatorio contro cui dirigere l’astio e le frustrazioni della popolazione. Nel maggio 1998, vi sono state rivolte, distruzioni di negozi, case, uccisioni nate proprio dalla gelosia e dall’odio degli indonesiani verso l’etnia cinese. La violenza è stata estesa: migliaia di cinesi sono stati uccisi, altri assediati nelle loro case e lapidati; molte donne cinesi stuprate e umiliater in pubblico. Molti gruppi familiari cinesi hanno deciso perfino di fuggire all’estero, mentre i rimasti hanno fondato un partito politico per difendere i loro diritti.
Episodi simili e per un periodo più lungo sono avvenuti anche negli anni ’60, subito dopo la presidenza di Suharto (1967 – 1998), il dittattore che ha espropriato proprietà e libertà ai cinesi indonesiani e ha sempre proibito i festeggiamenti del Nuovo anno lunare. Solo dopo la sua caduta, con la presidenza del musulmano moderato Abdurrahman Wahid, il capodanno lunare è divenuta festa nazionale, chiamata Imlek.
Da allora la vita delle comunità cinesi è migliorata e questa festa è divenuta sempre più popolare anche per i nativi indonesiani, che affollano i templi cinesi per benedizioni e offerte a Jakarta, Bogor, Lampung, e Cirebon. Nella capitale, nel quartiere di Glodok, vi è il tempio cinese più antico dell’Indonesia, dedicato alla divinità buddista Guanyin (il Buddha della misericordia) e costruito nel 1630. Per la festa dell’Imlek vi sono in questi giorni decine di migliaia di visitatori.
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