I 3 terroristi condannati per le bombe nel 2002 hanno presentato un nuovo ricorso alla Corte suprema, ma la Procura generale esclude altri rinvii. Minacce e timori di rappresaglie.
Jakarta (AsiaNews) – I 3 terroristi islamici condannati a morte per l’attentato dell’ottobre 2002 a Bali hanno presentato oggi un nuovo appello alla Corte Suprema, ma le autorità dicono che non ci saranno nuovi rinvii dell’imminente esecuzione. Intanto sono massime le misure di sicurezza, nel timore di attentati per ritorsione.
Il nuovo ricorso di Amrozi, Ali Ghufron e Imam Samudra (nella foto) lamenta che non sono stati “regolarmente informati” del rigetto del precedente appello. Ma un portavoce della Procura generale, competente a decidere sulla data dell’esecuzione, spiega che l’appello è “invalido” e inammissibile e non ci sarà un altro rinvio. I 3 sono stati condannati a morte per le bombe che nel 2002 a Bali hanno ucciso 202 persone, tra cui 88 turisti australiani.
Anche se la data dell’esecuzione non è nota, c’è stretto controllo della polizia al porto Cilacap che collega Java meridionale all’isola prigione di massima sicurezza di Nusakambangan, dove sono detenuti.
Bambang Winahyo, direttore del carcere, dice che i 3 appaiono calmi e pronti a morire e che ripetono di essere “martiri” per la causa di creare un califfato sudasiatico. Da oggi sono in isolamento e sono vietate le visite di parenti e legali, ritenuta ulteriore prova che l’esecuzione è imminente.
Massima allerta anche per gli obiettivi a rischio, come l’aeroporto internazionale Soekarno-Hatta, dopo che nei giorni scorsi pare ci siano state minacce di attentati di rappresaglia. Stretto controllo anche per centri commerciali, porti, ambasciate, chiese cristiane. A Poso (Sulawesi centrale), già teatro di duri scontri interconfessionali tra cristiani e islamici, è stato rinvenuto materiale per confezionare bombe. Protetti anche gli impianti industriali, dopo la scoperta del complotto per far esplodere i depositi di carburante della Pertamina a Plumpang (Jakarta settentrionale).
Intanto cresce la protesta di parte della popolazione. Nei giorni scorsi c’è stata la condanna pubblica di tale esecuzione da parte del Jamaah Anshorut Tauhid, gruppo fondato dal leader radicale islamico Abu Bakar Baasyr. urante il processo, anche i condannati hanno minacciato attacchi di rappresaglia da parte di gruppi musulmani.
Ieri il governo australiano ha “sconsigliato” ai suoi cittadini di recarsi in Indonesia in questi giorni; suscitando le rimostranze del portavoce del ministro indonesiano agli Esteri, Tauku Faizasyah, che ripete che la polizia è in grado di garantire la sicurezza dei cittadini esteri.
No comments:
Post a Comment